Beaconforce scommette sull’Italia e investe sulla diversity

Pubblicato
18 maggio, 2021
La pandemia COVID-19 ha innescato una delle peggiori crisi occupazionali della storia. Crisi che ha avuto un impatto maggiore su alcuni lavoratori rispetto ad altri.

Secondo l’OECD Employment Outlook 2020, i giovani e le donne erano tra le persone a maggior rischio di disoccupazione e povertà poiché solitamente hanno posti di lavoro meno sicuri, non qualificati e sono altamente rappresentati tra i lavoratori nelle industrie più colpite dalla crisi, come il turismo e la ristorazione.

I dati dimostrano che i paesi di tutto il mondo hanno perso terreno sull’uguaglianza di genere sul posto di lavoro. Tuttavia, le donne che operano nel settore tecnologico sono state meno colpite, principalmente perché più facilitate ed attrezzate per lavorare da casa in modo efficace.

Preoccupante anche la situazione in Italia; infatti, il mercato del lavoro si è fermato e, dall’inizio della pandemia, sono state impiegate circa 900.000 persone in meno. Secondo i dati provvisori diffusi dall’Istat, sul mercato del lavoro per il mese di marzo 2021, emerge che le donne continuano a perdere il lavoro, con un aumento del tasso di disoccupazione femminile all’11,4%. In aumento anche il tasso di disoccupazione giovanile, che ha raggiunto il 33%, +5,4 rispetto a marzo 2020.

Beaconforce è in controtendenza

Beaconforce ha trasferito la propria sede da San Francisco a Milano, scommettendo così sul potenziale dell’Italia. Massimo Cioffi, Chairman di Beaconforce, afferma: “la pandemia e il lockdown hanno confermato quello di cui eravamo certi dal momento in cui abbiamo costituito la società: il modello operativo dello smart-working da noi adottato è il modello del futuro. Dall’inizio dell’anno abbiamo triplicato il numero di nostri dipendenti nel paese, assumendo 6 persone di cui 5 donne, 4 under 30 e 2 impatriate. Il nostro compito è quello di dare alle aziende clienti strumenti per monitorare in real time engagement e motivazione delle persone sul luogo di lavoro facendo leva sulla tecnologia: un contributo che deve trovare spazio in una visione più ampia di intendere il lavoro e i suoi luoghi, basata sul ruolo sociale dell’impresa e su azioni concrete che riducano le differenze e offrano a tutti, in particolare ai giovani, solide prospettive per il futuro”.
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