Il potere trasformativo della Leadership Gentile: spunti di riflessione da un leader visionario - Intervista a Guido Stratta

Pubblicato
25 Settembre, 2023
Per guardare al futuro è importante focalizzare l'attenzione sul nostro presente. Sviluppare la capacità di osservare, comprendere ed elaborare il punto di partenza nel quale oggi ci troviamo. Dal 2020 ad oggi, dopo il periodo pandemico e con il ritorno alla normalità, abbiamo visto in atto un’evoluzione del concetto di leadership: le persone nelle organizzazioni stanno maturando coscienza sociale e proattività endogena, fattori che ci guidano verso una leadership attenta all’ascolto e votata alla creazione di contesti nel quale le persone possano far fiorire il proprio talento.

In questa intervista parleremo di Leadership Gentile, del suo impatto sugli individui e sui team e del modo in cui può favorire un ambiente di lavoro positivo e stimolante. Siamo molto orgogliosi di avere l'opportunità di approfondire questo tema con un esperto, che porta con sé una grande esperienza e competenza nel guidare con empatia ed abilità: Guido Stratta, People and Organization Director del Gruppo Enel, azienda italiana tra i principali operatori mondiali nel settore dell'energia elettrica e della generazione da fonti rinnovabili.

Leggi l’intervista per conoscere l’opinione di Guido, non solo sull'importanza di essere un leader gentile, ma anche sulle migliori strategie per rendere questo aspetto una parte centrale della cultura aziendale e, soprattutto, sull’impatto che un leader gentile ha sulla motivazione e sul coinvolgimento dei dipendenti. Addentrati nel mondo della Leadership Gentile e scopri il suo potenziale per creare un successo organizzativo significativo e sostenibile.

La Leadership Gentile nasce dalla capacità di ascoltare i bisogni delle persone.
Lavoro nel contesto della gestione delle risorse umane da sempre con questo approccio.
Mi sono reso conto di come ogni modello di leadership applicato nella storia fosse orientato nel privilegiare un aspetto relazionale piuttosto che un altro.
La Leadership Gentile è invece un approccio che può essere adottato da tutti gli idealtipi comportamentali; tutti i leader possono, in sostanza, esercitare Leadership Gentile, naturalmente rispettando la propria unicità.
Questo modello si fonda su tre pilastri: benessere, motivazione e risultato. Questi tre elementi fortemente connessi tra loro sono i fattori abilitanti, dove il benessere si esprime nella totalità della vita della persona, quindi non soltanto nell’ambito meramente salutistico, ma anche in uno status psicologico di sicurezza, in un contesto relazionale propositivo e sano.
La motivazione diventa quindi endogena, condotta da uno status intrinseco di benessere, e non più esogena. Abbiamo visto che i team dove sono presenti relazione positiva, dialogo, armonia e fiducia hanno maturato livelli di motivazione più alti e conseguentemente sono riusciti a massimizzare i loro risultati in profitto e durabilità.


Non esistono formule magiche, esiste uno step di partenza obbligatorio. Questo consta nella capacità di attivazione degli stati di coscienza evoluta.
Maggiore è la consapevolezza di sé, maggiore sarà la capacità di ogni singolo leader di saper accogliere le proprie vulnerabilità e di conseguenza la capacità di trovare lo spazio per accogliere altri.
In questo modo tutte le relazioni saranno fondate su un rapporto di fiducia, di ascolto e di volontaria crescita reciproca.
I singoli individui hanno la potenzialità di produrre la differenza concreta, mettendosi nella predisposizione d’animo di ascolto per aiutare la collettività nel bisogno di fiorire e potenziarsi.

Il mare per me è il simbolo della nostra ispirazione, quando guardo un orizzonte marino ho la gioia di andare verso qualcosa che non conosco. Nel contesto del mare possiamo apprendere con moltissime metafore.
Per esempio, pensiamo ai nostri obiettivi: a volte sembrano impossibili da superare ma se abbiamo un sogno e lo condividiamo con altri, allora possiamo con passione raggiungere nuove mete. Pensiamo ai primi uomini che decisero di salpare il mare: non avevano idea di che cosa avrebbero trovato al di là di quelle acque, ma hanno condiviso uno scopo, si sono uniti e hanno raggiunto la loro meta, insieme.
Anche noi oggi nelle organizzazioni possiamo mettere in campo passione e coraggio per raggiungere qualsiasi risultato, qualsiasi nuova meta. Io amo il mare, ti regala immagini stupende, pensiamo a un corallo: studiando biologia marina, la mia passione, ho imparato che questo essere vivente ha il dono dell'autopoiesi, ovvero ha la capacità di riprodurre se stesso quando viene spezzato.
Immaginate ora se ogni individuo all’interno dell’organizzazione potesse ereditare questo meraviglioso dono: oggi potremmo vivere in una società in cui i singoli hanno la capacità di autodeterminarsi ed essere quindi protagonisti del cambiamento, con coraggio e passione.

Non c’è debolezza nel saper accogliere le proprie vulnerabilità e quelle degli altri. Io credo nel dialogo e nella capacità di porsi nello spazio relazionale. Saper creare “vuoto al centro” significa entrare nella dinamica relazionale di ascolto, saper conoscere e riconoscere se stessi per donare il proprio “genio” senza timore che le proprie idee possano essere rubate da altri. Le idee non hanno gerarchia, ognuno di noi ha caratteristiche uniche che messe a disposizione possono far crescere te, la collettività e generare risultati ancora mai visti prima.

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