Come gestire i dipendenti con umanità dando priorità alla loro salute mentale - Intervista a David Ogilvie

Pubblicato
30 gennaio, 2023

La pandemia ha avuto il suo momento e ha fatto un grande favore a tutti noi, allontanandosi dai riflettori. Tuttavia, ora dobbiamo affrontare la dura realtà che la pandemia si è lasciata alle spalle. Lo stress e il burnout dei dipendenti sono ai massimi storici, per questo, ora più che mai, sorge la necessità di dare priorità alla salute mentale e al benessere delle nostre persone.

Oggi abbiamo il piacere di intervistare David Ogilvie, Chief Executive Officer di The Resilience Development Company, con la missione di aiutare le persone a raggiungere il loro pieno potenziale, migliorare le loro prestazioni, crescere professionalmente e avere un equilibrio tra la vita privata e il lavoro. In qualità di ideatore e leader di un approccio, basato sulle competenze ed ideato per aiutare le persone ad aumentare la loro resilienza, Resilience Development Co ha realizzato programmi di coaching e formazione in organizzazioni grandi e piccole, con il conseguente miglioramento delle prestazioni e crescita a tutti i livelli.

Noi di Beaconforce siamo molto orgogliosi di avere la possibilità di condividere le sue conoscenze e la sua esperienza non solo sull'importanza della salute mentale dei dipendenti, ma anche sulle migliori strategie per renderla una parte fondamentale di qualsiasi organizzazione.


Una forza lavoro sana è alla base di organizzazioni produttive e comunità più felici, e si basa su responsabilità e obiettivi a livello organizzativo.

Per i dipendenti di tutto il mondo, si tratta di un argomento importante perché tutti noi abbiamo una salute mentale e la percentuale di persone che si ammalano è in aumento. 1 persona su 4 ha, periodicamente, problemi legati al benessere mentale e una ricerca effettuata dal World Economic Forum e pubblicata nel settembre 2022 mostra che, durante la pandemia, il benessere era, per i lavoratori, una priorità assoluta, ma oggi è diventata più importante di quanto non lo fosse durante l'isolamento. Le persone si sentono più stressate sul lavoro e, a lungo termine, lo stress porta al burnout e ad un peggioramento della salute mentale. Supponiamo che le organizzazioni non rispondano ai bisogni umani dei loro dipendenti: in questo caso, il personale abbandonerà l'organizzazione o smetterà di essere coinvolto e produttivo, situazione conosciuta oggi con il nome di Quiet Quitting e, ovviamente né l'una né l'altra opzione sono positive per la reputazione, la produttività e la crescita dell’azienda.

Resilience Development Co. aiuta le persone a sviluppare le loro competenze mentali, emotive e sociali, riducendo drasticamente i sintomi dello stress e aumentando la resilienza a livello individuale, di team e aziendale. I nostri programmi forniscono alle persone un insieme di competenze pratiche che accelerano il benessere, le relazioni e le prestazioni. Andiamo oltre la miriade di iniziative create ad hoc per migliorare il benessere, dando alle organizzazioni risultati misurabili, tangibili e sostenibili, il nostro programma è improntato principalmente sul miglioramento della cultura aziendale, quindi si colloca prima dei piani di assistenza ai dipendenti e dei trattamenti terapeutici. Questi ultimi hanno la loro importanza e il loro valore, ma i problemi rimangono se il dipendente ritorna nello stesso ambiente di lavoro in cui sono sorti la prima volta. Le persone si scoraggiano, si demotivano e mettono in dubbio il loro posto, ed è in questo momento che si verifica il burnout, seguito dal turnover.

Tra le migliaia di persone che hanno partecipato ai nostri coaching, gli indicatori di burnout si sono ridotti tra il 40% e il 92% e dichiarano oggi di vivere, sentirsi e lavorare meglio; in parole povere, hanno diminuito lo stress e migliorato il loro l'umore, e questo senza contare i risultati organizzativi, come l'aumento del coinvolgimento e la riduzione del turnover.

Come per la forma fisica, agire quotidianamente, dotando le persone di una solida base di competenze e un metodo condiviso, fa un'enorme differenza nel mantenersi in forma mentalmente, emotivamente e socialmente.

Se i leader vogliono migliorare la vita dei loro collaboratori, la salute mentale è un ottimo punto di partenza da cui iniziare a lavorare. Invito tutti i leader a ricordare che, sebbene la produttività e il raggiungimento dei risultati siano essenziali, non c'è ricchezza senza salute.


Sì. È fondamentale per il loro successo, quindi se non è già un elemento irrinunciabile per le aziende, gli obiettivi strategici sono a rischio. La consapevolezza riguardo la centralità della salute mentale è destinata a rimanere e i dipendenti continueranno lasciano il loro lavoro per passare ad organizzazioni che prevedono supporto, programmi e benefit che sostengono in modo proattivo la salute e il benessere mentale. Anche i macro trend supportano questa visione:

  • La legislazione sta diventando molto più mirata, portando alla parità tra salute fisica e mentale, quindi la governance la richiederà.
  • Le organizzazioni hanno generalmente strategie per per aumentare la talent retention. La reputazione conta, quindi i talenti sceglieranno quei datori di lavoro che puntano su di loro. 
  • Le persone sono più attente al valore della loro salute mentale e a ciò che sono disposte ad accettare in termini di ambiente di lavoro.

Nel 2023, mi aspetto che un maggior numero di organizzazioni si concentri su stress, presentismo (lavorare quando si è malati) e salute mentale. Le mie preoccupazioni sono le seguenti:

  1. Molte organizzazioni si concentrano in modo generico sul "benessere" delle persone, senza pensare a specifiche attività ad hoc dedicate al singolo, lasciando un enorme vuoto di opportunità per concentrarsi sulle competenze e sulle abitudini quotidiane.  
  2. Il pericolo reale e concreto che la narrazione spinga la responsabilità dal datore di lavoro al dipendente.
  3. La mancanza di una strategia mirata a creare una cultura a supporto della salute mentale e la necessità di fornire alle persone le competenze di cui hanno bisogno per migliorarsi.

Suggerisco un approccio basato su 4 punti principali:

1 Rivedi l'efficacia di ciò che è già stato implementato, dal momento in cui le persone iniziano ad essere in difficoltà. 

Ad esempio, molte persone devono essere consapevoli e ben informate circa il supporto disponibile nei programmi di assistenza dedicati loro, in modo da ridurne l'utilizzo. Riesamina le iniziative di promozione alla salute, le iniziative di prevenzione e la copertura assicurativa messe a disposizione dalla tua azienda, unitamente alla regolamentazione del lavoro flessibile e alla diffusione di informazioni e consigli riguardo salute mentale. 

2 Esamina le iniziative che vanificano i tuoi sforzi 

Mi riferisco, ad esempio, a quella piattaforma contenente contenuti creati per supportare il benessere delle tue persone e che sembrava ottima dodici mesi fa, ma che nessuno usa oggi, oppure l'attenzione al tempo dedicata alla collaborazione digitale a scapito della produttività e l'eliminazione delle riunioni non indispensabili per poter dare alle persone il modo e lo spazio per staccare la spina da una cultura "always on".

3 Elabora le tue strategie soprattutto sulla base di ciò di cui hanno veramente bisogno le persone per essere produttive e rimanere in salute. Come? Chiedendo direttamente a loro. 

Chi può saperlo meglio di loro!

4 Poi c'è la sfida più temibile, ovvero creare ambienti di lavoro che permettano alle persone di crescere e migliorare e questo dipende principalmente dalla cultura aziendale.

C'è un detto che dice che “la cultura aziendale si mangia la strategia a colazione”, con questo voglio dire che sono le azioni quotidiane a definire se la tua organizzazione è sana o meno. Ad esempio, all'inizio del 2022 McKinsey ha condotto, in 15 Paesi, un'indagine globale su 15.000 dipendenti e 1.000 responsabili delle risorse umane; è emerso che il comportamento tossico condotto sul posto di lavoro è il principale fattore che determina esiti negativi per i lavoratori, come il burnout, il quiet quitting e l’intenzione di lasciare l’azienda.

I datori di lavoro tendono a trascurare il ruolo che il luogo di lavoro determina sulla salute mentale, il benessere, il coinvolgimento e le prestazioni dei dipendenti. Sarebbe meglio se considerassero gli alti tassi di burnout come un segnale d'allarme che indica che l'organizzazione stessa, e non gli individui, deve subire un cambiamento sistemico.Infine, in questo contesto, riconoscerei l'innegabile impatto dei leader sulle loro persone, in quanto modelli di ruolo e promotori del cambiamento. I manager e i leader possono essere dei veri punti di riferimento nella vita lavorativa delle persone, anche nei piccoli team e nelle strutture orizzontali ma nulla è più pericoloso di un manager che non si rende conto di essere visto in questo modo dalle proprie persone e dell’impatto che le sue azioni e decisioni hanno su quest’ultimi. Ed è qui che diventa necessaria la creazione di spazi e di investimenti per la formazione e lo sviluppo della leadership e il coaching.


Nella leadership è facile far passare la resistenza come resilienza, il che può influire negativamente sulla salute mentale dei dipendenti. Nessuno è immune dal burnout. La resistenza è sopravvivere a tutti i costi, mentre la resilienza si concentra maggiormente sul raggiungimento e mantenimento di uno stato di salute. Molte persone che ho formato pensavano onestamente di essere resilienti, mentre in realtà stavano sopportando l'ambiente di lavoro, i capi, la cultura e i cambiamenti. 

Quindi, cosa farei di diverso in base a ciò che ho imparato sulla salute mentale dei dipendenti? Investirei di più in programmi e sviluppo che rafforzino le competenze e le risorse dei miei collaboratori, in modo che possano essere loro stessi a creare un ambiente in cui le persone prosperino, piuttosto che sopportare passivamente.

 

David, come sai, Beaconforce è uno strumento di ascolto profondo, basato su solide basi scientifiche, che aiuta le aziende a tradurre le voci delle persone in intuizioni e analisi predittive, creando ambienti di lavoro più coinvolgenti, sostenibili e performanti. Le aziende che ci scelgono sono innovative e all'avanguardia, hanno a cuore il benessere e la salute mentale dei loro dipendenti.


Un software come Beaconforce è un elemento che consente di ottenere approfondimenti mirati ed efficaci per due motivi:

1. Beaconforce offre alle aziende un modo per raccogliere le informazioni 

relative ai dipendenti e individuare quali sono gli elementi che influiscono sulla loro motivazione e produttività, scoprendo la possibilità di avere una comprensione più profonda dei team e del loro stato di salute. A livello umano, la conoscenza di sé è essenziale perché ci offre un percorso verso una maggiore felicità e realizzazione. La mancanza di conoscenza di sé lascia spazio a incidenti e ambizioni sbagliate, mentre armati di uno strumento che permetta una conoscenza adeguata si hanno maggiori possibilità di evitare errori nei rapporti con gli altri e di formulare scelte strategiche. È questa la lacuna che vedo colmata da Beaconforce.

2. Poi c'è una semplice verità: la salute mentale è un problema della collettività molto prima che della sanità. Tutto ciò che consente a una comunità di ascoltare, comprendere e costruire strategie che rispondano a questi bisogni iniziali migliora notevolmente le possibilità di successo e di adattabilità. 

Immagina la tua reazione se entrassi in un ambulatorio medico e il dottore ti desse una rapida occhiata, offrendoti in seguito una prescrizione senza scambiare due parole, in altre parole senza una diagnosi. Ti suona familiare?

Grazie mille per questa intervista, David!

Se sei interessato/a a migliorare la salute mentale e il benessere dei tuoi dipendenti, dai un'occhiata ai nostri piani!
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