I segreti irrinunciabili del Digital Wellness sul posto di lavoro - Intervista a Monica Bormetti

Pubblicato
29 marzo, 2023
Quando parliamo di cultura aziendale, una delle tante componenti che dobbiamo considerare sono i benefici del Benessere Digitale e l'importanza di avere programmi di Digital Wellness dedicati per i nostri dipendenti.
Tutti conosciamo il concetto di benessere, ma è importante estenderlo anche nel panorama digitale mediante appunto il Digital Wellbeing, ovvero la ricerca di un rapporto intenzionale e sano con la tecnologia, sia sul posto di lavoro che nella vita privata.

Oggi abbiamo Monica Bormetti, Co-fondatrice di Smart Break, che insieme al fratello Matteo ha creato la prima realtà italiana che si occupa di formazione e divulgazione di temi che trattano il rapporto tra Tecnologia e Psicologia. Si rivolge ad aziende e studi professionali che comprendono il costo sulla produttività e sul benessere dei dipendenti dovuto dalle distrazioni digitali. Il lavoro di Monica ha due obiettivi primari: aiutare le persone a gestire le distrazioni digitali, aumentando l'efficacia e la soddisfazione lavorativa e aumentare il work-life balance in contesti lavorativi sempre più digitalizzati.

Noi di Beaconforce siamo molto orgogliosi di aver avuto la possibilità di intervistare Monica e di poter condividere la sua esperienza e la sua conoscenza non solo sull'importanza del benessere digitale, ma anche le sue strategie per renderlo una parte fondamentale della cultura aziendale di qualsiasi organizzazione ma anche sulle migliori .
Abbiamo fondato Smart Break nel 2017 e lo scenario era completamente diverso quindi ho visto una grande evoluzione rispetto al tema del Digital Wellness in Italia e non solo.
Dal periodo della pandemia, in cui le aziende hanno digitalizzato in fretta e furia i loro processi per garantire una continuità di business, c’è stato un incremento dell’uso della tecnologia sul lavoro su cui è necessario riflettere oggi, dal mio punto di vista.

Abbiamo creato Smart Break come progetto nato nel digitale e che tuttora fornisce contenuti e servizi in forma digitale quindi non siamo detrattori dello sviluppo tecnologico. Ma, crediamo sia importante, specialmente nelle aziende dove le persone passano buona parte del loro tempo, che ci sia una certa sensibilità rispetto all’impatto che un uso inconsapevole di strumenti di comunicazione e lavoro, come la mail o le chat interne, possono avere sul funzionamento e sulla salute mentale delle persone.
Oggi siamo in un periodo storico in cui il focus e la concentrazione sono sempre più minate da contesti lavorativi iper distraenti e che rincorrono il multitasking.
Questo ha un impatto negativo sia sul risultato che le persone sono in grado portare nel proprio lavoro, sia sul proprio livello di benessere mentale.

Gloria Mark, professoressa all’Università della California, studia l’impatto della tecnologia nei contesti di lavoro ormai da tanti anni. I suoi studi dimostrano come , nel tempo, ci sia stato un decremento della capacità delle persone nel rimanere concentrate su un compito mentre lavorano al computer. Se nel 2013 il dato che la Mark ha raccolto era di 3 minuti e 16 secondi, nel 2017 siamo arrivati a 40 secondi. Questi dati ci dicono che le persone mentre sono davanti al computer a lavorare hanno sempre più difficoltà a farlo in modo concentrato, senza distrazioni e quindi con un buon livello di performance.

Quindi credo che oggi le aziende debbano farsi carico di gestire il Digital Wellness nella propria organizzazione in quanto si tratta di un’emergenza della distrazione che rende le persone sempre più affaticate e insoddisfatte.
Penso che sia una narrativa semplicistica per affrontare un problema complesso di cui ognuno, dal singolo all’organizzazione, a chi costruisce i software che usiamo, debba prendersi il suo pezzettino di responsabilità e portare un contributo utile ad una situazione che rischia di creare generazioni di stanchi e insoddisfatti.

Leslie Perlow, dell’Harvard Business School, nel suo libro “Sleeping with your smartphone” racconta il lavoro fatto con Boston Consulting Group, prima come sperimentazione e poi diffuso a livello globale, per creare una cultura del lavoro che permettesse alle persone di non essere perennemente connesse.

Questo è un ottimo caso studio che, le singole organizzazioni possono adattare alla propria realtà e che ci insegna come lavorare su una cultura organizzativa che favorisca salute e benessere delle persone sia assolutamente possibile ma richiede una spinta top-down oltre che un’esigenza bottom-up.
L’errore principale che vedo è pensare che fornire qualche strategia copia incolla alle proprie persone, per gestire meglio il sovraccarico digitale, sia davvero occuparsi di Digital Wellness. Più volte ho incontrato delle realtà aziendali che pensavano di portare davvero un impatto rispetto alle abitudini digitali delle persone, attraverso un webinar di un’ora rivolto a tutta la popolazione oppure inviando dei consigli che stimolassero le persone a ritagliarsi degli spazi di lavoro senza distrazioni.

Queste sono azioni che possono sicuramente avere un senso, se però inserite all’interno di una strategia più ampia e personalizzata sulle problematiche rilevate da parte delle persone. Quindi ciò che consiglio alle aziende che vogliono davvero portare un contributo nella qualità del lavoro e di vita delle proprie persone, è di farlo all’interno di una strategia ben costruita che tenga conto delle specifiche esigenze di lavoro e degli obiettivi che si desidera raggiungere.

Monica, come sai, Beaconforce è uno strumento di ascolto profondo, basato su solide basi scientifiche, che aiuta le aziende a tradurre le voci delle persone in informazioni, grazie anche all’analisi predittiva. In questo modo Beaconforce contribuisce a creare ambienti di lavoro più coinvolgenti, sostenibili e performanti. Le aziende che ci scelgono sono innovative e all'avanguardia, hanno a cuore il benessere e la salute mentale delle loro persone.
Penso che software come Beaconforce possano giocare un ruolo fondamentale nel rilevare le problematiche principali che le persone, in azienda, vivono nella quotidianità rispetto alla gestione del sovraccarico mentale generato dall’uso del digitale. Infatti, attraverso il monitoraggio, l’ascolto e l’osservazione di ciò che accade nello svolgimento del lavoro delle persone, si possono individuare aree specifiche su cui intervenire.

Rispetto, invece, ai trend da tenere d’occhio nel prossimo futuro, dal mio punto di vista, ci sono i seguenti aspetti:

- Curare le relazioni professionali e prevenire la solitudine che può derivare da lavori interamente o parzialmente in remoto;
- Sviluppare il focus delle persone permettendo di strutturare il lavoro in modo da concedere momenti e luoghi per non essere perennemente distratti;
- Gestire le comunicazioni lavorative in modo da evitare ridondanze, scarichi di responsabilità e favorire chiarezza;
- Integrare l’intelligenza artificiale che sempre più farà parte delle nostre vite e va accolta come accoglieremmo un nuovo collega.
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